The territory covered, revolving around the Gran Sasso- Laga Mountains National Park, offers a whole range of encounters with extremely significant history and art, and the unique traits of the entire Region are condensed into a single area, against a backdrop of rugged mountains.This is a karstic landascape, reaching hig altitude, where there are many well-preserved medieval villages, including the impressive Calascio, the lovely village of Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Bominaco with the splendid romanesque church of Santa Maria Assunta and the marvellous cycle of frescoes in the San Pellegrino oratory. The Navelli Plain, crossed by the Grat Sheep Track, is famous for the production of saffron.
Itinerario alla scoperta dei piccoli e antichi borghi medioevali con architettura tipica in pietra lungo l’antico tratturo per L’Aquila, antichissima e ricchissima città storica, considerata la città più ricca nel 1.200.
Non lontano dall’agriturismo, immersa nella verde campagna bagnata dalle acque del fiume Tirino, c’è la bellissima e solitaria chiesa di S. Pietro ad Oratorium che, eretta nell’VIII sec. dal re longobardo Desiderio, fu trasformata nel Xll sec. secondo lo stile romanico. Come per molte altre chiese coeve, sono stati utilizzati materiali provenienti da altri edifici, in particolare romani, alcuni dei quali costituiscono un ornamento della facciata. Non si può non essere incuriositi dalla singolare quanto enigmatica scritta rovesciata incisa su una pietra a sinistra del portale la quale dice: Sator Arepo Tenet Opera Rotas. Questa epigrafe viene definita il “quadrato magico” poiché da qualsiasi lato, verso o direzione la si legga riporta sempre le stesse parole. Molte interpretazioni sono state avanzate circa la modalità della lettura e il suo significato, la più accreditata è quella che ritiene si tratti di un crittogramma speculare che anagrammato forma le parole Pater Noster da leggersi orizzontalmente e verticalmente secondo lo schema di una croce greca.
L’interno conserva un bellissimo ciborio del Xlll sec. con inserti in maiolica e preziosi affreschi nell’abside del Xll sec.
Proseguendo in direzione de L’Aquila ci si può fermare a Capestrano, paese noto soprattutto per la celebre statua del “Guerriero di Capestrano” di cultura picena (uno dei simboli dell’Abruzzo archeologico), rinvenuta nel 1934 in località “Il Lago”, dove sono state portate alla luce anche una grande necropoli e un insediamento neolitico, che testimoniano dell’avanzato grado di civiltà raggiunto dagli antichissimi abitatori di questo territorio. Nel centro abitato si trova il bel Castello Piccolomini e altri monumenti per i quali vale la pena una breve visita.
Assolutamente da non perdere sono gli interni delle due chiese fuori del paese di Bominaco e, se si ha tempo, si consiglia pure una rapida “puntatina” al castello per il panorama. Bominaco fu nel medioevo teatro di un’aspra contesa per il possesso del monastero tra i monaci benedettini dipendenti da Farfa e il vescovo di Valva, a cui il monastero era stato donato. Del complesso oggi rimane la stupenda Chiesa di S. Maria Assunta che esemplifica la tipologia della chiesa basilicale romanica abruzzese. Costruita a cavallo tra XI e XII sec. ha una semplice facciata su cui si apre un portale romanico; sul retro bellissime le tre absidi con monofore di una sobria eleganza. L’interno è a tre navate divise da archi a tutto sesto che poggiano su colonne difformi perché provenienti da edifici romani, forse dalla vicina città romana di Peltuinum. All’interno sono custodite magnifiche sculture in pietra del XIl sec. (foto Peltuinum)
L’Oratorio di S. Pellegrino, chiamato la “Cappella Sistina” d’Abruzzo, fu eretto per volontà di un re Carlo, forse Carlo Magno, e poi ricostruito nel 1263 dall’abate Teodino. Nulla all’esterno fa presagire la ricchezza e la bellezza della decorazione parietale: l’interno, infatti, costituito da un vano rettangolare molto allungato con volte a botte a sesto acuto, conserva splendidi affreschi del XIII sec. che, per vastità e fattura, sono tra i più notevoli d’Abruzzo.
Tutte le foto sono di Giovanni Lattanzi e sono state tratte dal sito http://foto.inabruzzo.it