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Tutte le feste tradizionali abruzzesi, anche le più piccole e sperdute tra i monti, si concludono con il “pezzo forte”: i fuochi d’artificio, sparati in aria o “fatti ballare” dalla “pupa che balla”. La pupa è un fantoccio in cartapesta dalle sembianze femminili dentro cui si infila un uomo che, spesso incoraggiato da un po’ di alcool (che sempre si accompagna alle libagioni delle feste agricole, con “arcaico” equilibrio), si mette a ballare al suono di organetto o di “ddu bbotte”, mentre tutto attorno a lui brucia e scoppia per effetto dei petardi e delle girandole e il “portatore” viene avvolto da un gran nuvolone e puzza di polvere da sparo bruciata.
In Abruzzo abbiamo una buona tradizione di “Sparatori”, come vengono chiamati quegli artigiani che, senza troppi accorgimenti tecnici ma con la sola prudenza dei padri di famiglia …, preparano questi “fiori di fuoco”. Queste usanze, di antiche tradizioni agricolo-pastorali, nel corso dei secoli sono state riprese e perfezionate dai ricchi “centri urbani” della costa ed ora ci sono tre appuntamenti davvero spettacolari e da non perdere per fastosità e meraviglia:
- Il Palio delle Pupe a Cappelle Sul Tavo (il 15 Agosto) con campionato per suonatori di “ddu bbotte” (strumento tipico simile all’organetto, che però ha solo “due movimenti”);
- La festa di S. Andrea pescatore a Pescara (ultima domenica di Luglio);
- La festa di S. Franco a Francavilla al Mare (15-18 Agosto).