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Nell’alta Valle dell’Orta il paesaggio offre nuovi sorprendenti scenari ancora una volta diversi dal canyon carsico di Bolognano. Assolutamente da non perdere la suggestiva piana del Luco che, con i suoi torrioni monolitici che si innalzano maestosi sulle radure, intreccia la sua storia con la vicina e particolare chiesa di San Tommaso dedicata all’arcivescovo di Canterbury, assassinato solo qualche anno prima la costruzione dell’edificio.
L’itinerario potrebbe partire da MUSELLARO, conosciuto per il palazzo Tabassi e per le reliquie del santissimo crocifisso che la tradizione vuole siano state portate durante le crociate, e poi arrivare al borgo di S. Tommaso.
La prima tappa prevede una bella passeggiata in uno dei luoghi più incantevoli della valle dell’Orta: la piana del Luco. La sacralità del posto è testimoniata sin nel suo toponimo. Luco, infatti, deriva dalla parola latina lucus il cui significato è di “bosco sacro agli dei”. Si tratta di una piana verdeggiante su cui si innalzano enormi torrioni di roccia monolitici molto suggestivi. Numerosi fossili, presenza di pitture rupestri dell’età del bronzo e resti di un antico centro fortificato del XI secolo sulla sommità di uno dei torrioni, impreziosiscono la zona. Il piccolissimo centro fortificato con il rudere di una torre di avvistamento si trova più o meno dopo una ventina di minuti di sentiero, si salirà agevolmente sulla sommità dove si troverà un pianoro estremamente panoramico e suggestivo, sede dell’incastellamento.
Continuando il sentiero si scenderà giù al fiume Orta e andando verso destra, dopo qualche centinaio di metri, si potrà ammirare un particolarissimo fenomeno di erosione, le cosiddette “marmitte“: roccia scavata dal fiume a forma di serpentone, tipo pista da bob (attenzione è molto scivolosa e può essere pericolosa !).
Nel borgo di San Tommaso e d’obbligo una sosta alla chiesa omonima. Costruita intorno al 1200 per volere della vicina abbazia di S. Clemente a Casauria, sembra sia stata edificata su un antico tempio italico dedicato a Ercole, dio delle acque salutari. Al suo interno si praticano ancora oggi riti legati alle acque e alla pietra, retaggio di una cultura pagana molto più antica che affonda le sue radici nell’età protostorica. La colonna di pietra sulla destra è lisa per il continuo strofinamento delle parti malate, credendo ancora al potere di assimilazione, con questa pratica, della forza della roccia. Le acque del pozzo nella cripta hanno valore curativo in quanto sorgive e provenienti dal cuore della Madre Terra. Entrambi questi culti, ancora praticati dagli anziani locali, vengono un pò osteggiati dal clero più giovane e qualche volta la chiesa viene chiusa per limitare la “liberta’ di ingresso”, da pochi anni inoltre la colonna “pagana” è stata “impacchettata” per preservarla … dal tempo ! Interessanti gli affreschi del 1200.
Giovanni Lattanzi is the author of photos of the gallery and are taken from the site http://foto.inabruzzo.it