All’estremità settentrionale del lungo crinale della Majella, le vette del Blockhaus e della Majelletta si affacciano su Chieti e Pescara, e costituiscono in tutte le stagioni una delle mete più frequentate d’Abruzzo.
D’inverno, gli sciatori si affollano sulle piste di discesa di Passo Lanciano e della Majelletta, che grazie alle perturbazioni di nord-est sono spesso le prime ad aprire in tutta la regione. D’estate, le comode strade che salgono da Pretoro, Roccamorice e Lettomanoppello permettono di salire velocemente a respirare una boccata della fresca aria dei duemila metri.
Molti visitatori, però, si fermano alla Majelletta, o al massimo al piazzale dove la strada termina a pochi metri dal Blockhaus. È un errore. Proprio da qui (a 2100 metri circa), infatti, inizia una delle più belle e suggestive passeggiate d’Abruzzo, che offre incontri ravvicinati con pini mughi (rari relitti dell’era glaciale), iscrizioni, rocce e ruderi, e splendidi panorami sui selvaggi valloni di Selvaromana, di Tre Grotte e dell’Orfento e, più in alto, giogaie e panorami lunari, mentre durante le giornate terse si può scorgere il mare e le isole Tremiti. Assolutamente non faticoso se seguito fino alla Selletta Acquaviva – e tutt’altro che “estremo” al di là – questo aereo e bellissimo sentiero più frequentato del massiccio merita senz’altro una visita. Il percorso, sempre evidente e ben segnato, non consente certo di perdersi. Un po’ di attenzione, invece, è bene riservare alla fauna. Gli incontri con i camosci non sono certo ravvicinati come quelli della Val di Rose nel Parco Nazionale d’Abruzzo, ma senz’altro possibili dopo le recenti liberazioni realizzate nella adiacente Riserva Naturale di Lama dei Peligni; I’aquila compare spesso sul crinale, con molta fortuna è possibile avvistare l’orso o il lupo a spasso sui ripidi pendii dell’Orfento. Non mancano le testimonianze di storia. Il Blockhaus, fortino costruito nel 1866 durante la repressione del brigantaggio da guarnigioni mercenarie austriache per il controllo del territorio e utilizzato fino alla fine del secolo, è la prova più evidente dei difficili anni del brigantaggio successivi all’Unità d’Italia (se ne conservano scarni ruderi). Più avanti, accanto alle firme dei pastori e viandanti, si conserva la celebre scritta detta “tavola dei briganti” che spiega che, sotto Vittorio Emanuele II, il “regno dei fiori” si è trasformato nel “regno della miseria”. Proprio nel vallone di Tre Grotte, in quegli anni, fu arrestato dai regi carabinieri il brigante Di Sciascio, il più celebre della Majella. Per il camminatore allenato, infine, questa gita è soltanto l’inizio verso i più impegnativi percorsi della Majella, come la salita al Monte Amaro, o le splendide traversate verso Pacentro, Campo di Giove, Fara San Martino o Taranta Peligna attraverso i più selvaggi valloni del massiccio.
PANORAMI SUGGESTIVI: dal Blockhaus alla Tavola dei Briganti
Posted by caterina on febbraio 29th, 2012