L’Abruzzo è una regione dove per il mangiare si ha un ottimo rapporto qualità/prezzo e, specie nelle zone interne e non turistiche, si mangia quasi ovunque molto bene e a prezzi veramente contenuti. I ristoranti locali quasi sempre sono all’insegna della semplicità, ma i prodotti usati sono molto genuini, di frequente “a chilometro zero” (spesso anche autoprodotti) e ricchi di sapori e gusti veri …! La cucina, sebbene non elaborata e sofisticata, ha profonde tradizioni storiche e in alcuni posti particolarità quasi “estinte” nel panorama enogastronomico generale. In agriturismo vi daremo ottimi consigli per chi, come voi che state leggendo questa particolare sezione, ha “un debole per la forchetta” …
La cucina spesso è gradevolmente semplice e ha come filo conduttore i prodotti naturali delle varie zone. Nell’entroterra l’agnello svolge il ruolo di piatto forte ed è cucinato in diverse forme: si passa dal celebre cacio e ova agli arrosti e arrosticini; dalla testina ripiena allo spezzatino in bianco; dalle mazzarelle (pezzettini di frattaglie di agnello avvolti in foglie di verdura fresca e legati con budellini) all’agnello incaporchiato con patate arrosto e alla pecora al cotturo o alla callara. Grande diffusione ha anche la carne di maiale, con cui si prepara il cif e ciaf, squisito piatto a base di costatine, lombatine e pancetta soffritte con peperoni piccanti. La gastronomia marinara raggiunge i massimi livelli col brodetto, sia nella versione Giuliese che Vastese e con la commistione tra pesce e prodotti della terra, tipica di una regione dove mare e monti si “mescolano” spesso e volentieri. Oltre ai maccheroni alla chitarra, per i primi piatti sono degni di nota le scrippelle ‘mbusse – sottili crêpes spolverate di pecorino e cannella e ricoperte di brodo – e il timballo, anch’esso a base di crêpes. Pare che le crepes francesi provengano da qui, esportate nel rinascimento da un cuoco abruzzese presso la corte dei Medici, dove spesso venivano apprezzati per le loro abilità, e poi rielaborate oltralpe).
Il Primo Maggio è sinonimo di virtù, specie nel teramano, un piatto bene agurante che include sette tipi di legumi secchi (i resti delle provviste invernali), sette tipi di legumi freschi e sette tipi di verdure (i prodotti del presente), sette qualità di carne, sette forme di pasta, sette condimenti, per sette ore di cottura. Il sette ritorna anche nella tradizionale panarda aquilana, luculliano banchetto nel quale i partecipanti non godono del diritto di rifiuto, sempre con sette tipi di piatti per portata. Trai dolci va menzionato il Parrozzo, tipico Pescarese, che deve il nome alla prolifica fantasia del D’Annunzio.
Questi piatti vengono accompagnati dagli apprezzati vini doc abruzzesi: il rosso Montepulciano d’Abruzzo, il bianco Trebbiano d’Abruzzo e il Controguerra. Altri vini speciali prodotti soli in queste terre sono la Cococciola, il Pecorino, il Moscatello della nostra zona Casuriense e tanti altri ancora. Tra i prodotti tipici della regione ricordiamo l’olio extravergine d’oliva (anche con cultivar esclusivi di queste aree), il formaggio pecorino e le scamorze, i fantastici salumi e lo zafferano (costosissimo, ma uno dei più apprezzati al mondo), coltivato fin dal Rinascimento nella Piana di Navelli e usato anche come pianta medicinale o ingrediente per dolci e liquori.